Calamità naturali, Sottanelli chiede un sistema nazionale per coprire i danni

TERAMO – Una proposta di legge per l’istituzione del sistema nazionale per la copertura dei danni da calamità naturali. A presentarla è il deputato di Scelta Civica, Giulio Sottanelli, capogruppo in commissione Finanze alla Camera. Il deputato illustrerà i contenuti della proposta questo pomeriggio alle 15 al Tempio di Adriano a Roma, in occasione del convegno promosso dal gruppo Unipol sul tema “Cambiamento climatico: il ruolo delle assicurazioni nella prevenzione e tutela dai rischi“. “Non possiamo aspettare la prossima tragedia e la prossima conta dei danni – spiega Sottannelli – per renderci conto che siamo rimasti tra i pochi Paesi a non avere una legge di tutela. Noi abruzzesi l’abbiamo vissuto sulla nostra pelle di recente con il terremoto dell’Aquila e con le numerose alluvioni degli ultimi mesi” secondo una stima dell’Ance del 2012, tra il 1944 e il 2011 il danno complessivo prodotto da terremoti, frane e alluvioni in Italia ha superato i 240 miliardi di euro, con una media di 3,5 miliardi di euro l’anno. “Tutti i Paesi avanzati come Francia, Spagna, Belgio, Regno Unito e Stati Uniti – continua – sono dotati di un sistema chiaro di copertura dai rischi, solo in Italia è sempre e solo lo Stato a pagare sulla scia dell’emergenza, spesso con l’applicazione di accise e di tasse che ricadono pesantemente sulle tasche dei cittadini”. La proposta di legge depositata da Sottanelli e già assegnata alla Commissione VIII Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera prevede un sistema misto con la partecipazione dei cittadini, del sistema assicurativo privato, di quello bancario e, in ultima istanza, dello Stato. Il sistema prevede per i cittadini proprietari di abitazioni civili il pagamento di un premio assicurativo annuo contratto direttamente dallo Stato, attraverso una somma modesta e integralmente detraibile dall’imposta sul reddito o che andrebbe a compensare debiti d’imposta di qualunque tipo. In seconda battuta la proposta prevede l’intervento delle banche attraverso l’emissione di titoli di Stato, denominati “obbligazioni catastrofali” (cat o catastrophe bonds), acquistati obbligatoriamente da tutti gli istituti di credito in misura percentuale in base al proprio patrimonio. L’intervento dello Stato è previsto solo in ultima battuta e in caso di estrema necessità laddove ci fosse una insufficienza dei capitali nei due livelli precedenti , ovvero laddove i danni dovessero superare una soglia (anche questa stima è ipotetica) dei 20 miliardi di euro: l’intervento statale si attuerebbe attraverso il ricorso ad un fondo di garanzia appositamente costituito con un limite di esposizione massima, aggiornabile nel tempo.